Le origini della ricerca orafa contemporanea: il gioiello da opera artigiana a opera d’arte - ottava parte

Ma cosa s’intende per gioiello contemporaneo?

I gioielli contemporanei si creano con la carta, l’acciaio, l’alluminio, il vetro, il nylon, il Pvc, la plastica, con materiali di recupero, materiali solidi, liquidi, naturali o industriali. Basti pensare alle opere dei pionieri dell’oreficeria olandese: Emmy van Leersum (1930- 1984) e suo marito Gijs Bakker (1942). Dalla fine degli anni Sessanta, essi realizzano ornamenti con l’alluminio e la plastica. I loro gioielli sono improntati ad un ricercato minimalismo e sono creati per adattarsi al corpo.

Lo scopo di questi due artisti olandesi è quello di comprendere entro l’atto creativo lo stesso corpo umano, che non è più solo supporto, ma è anche complemento significante del gioiello. Bakker è molto noto per le sue spille e collane create interponendo tra due strati di laminato plastico, immagini fotografiche desunte dal mondo contemporaneo e impreziosite dagli inserti luminosi dei diamanti.

Non c’è limite alla fantasia creativa di quegli artisti che si dedicano esclusivamente all’ambito orafo. Ne dà prova l’opera dell’inglese Peter Chang (1944). L’artista, dai primi anni Ottanta, riconosce nella plastica (acrilico, resina, Pvc) il proprio materiale prediletto e realizza ornamenti che sono concrezioni di colori sgargianti dalle forme surreali. Le sue spille e bracciali sono creazioni ludiche. 

La preziosità del monile contemporaneo non consiste più quindi nel valore intrinseco del materiale impiegato, ma nell’idea, nell’intenzione comunicativa espressa dall’artista e di conseguenza non è più manifestazione tangibile dello status sociale, ma di una scelta culturale. Il gioiello ora, è ancor più strumento di comunicazione personale del suo creatore.

Ce lo ricorda l’artista svizzero Otto Künzli (1948) che si afferma all’inizio degli anni Ottanta proponendo una serie di spille in schiuma espansa rigida, ricoperta con carta da parati. I gioielli di Künzli sono dissacranti, irriverenti, sovversivi nei confronti della società convenzionale e giocosi. Non è un caso se il critico d’arte Peter Dormer definisce l’artista svizzero «the one true political jeweller» e «chic clown»