Le origini della ricerca orafa contemporanea: il gioiello da opera artigiana a opera d’arte - quinta parte

L’Art Déco segnò l’avvio di un periodo di grandi rinnovamenti dopo la parentesi straziante della Grande Guerra. Sappiamo bene come questa stagione artistica prese avvio dalla Esposizione Universale delle Arti Decorative che si tenne a Parigi nel 1925. La società che rinasceva dopo il conflitto era vivace attiva e dinamica, dedita allo sport, al divertimento e ai viaggi. Tutto si adattava a questi nuovi ritmi frenetici, anche l'arredamento e la moda. Il gioiello allora si fece più discreto, lineare, funzionale, escludendo ogni orpello decorativo. L’elemento che dava valore al pezzo d’oreficeria era ancora però la pietra preziosa.

Se le forme Art Nouveau si ispiravano all’Estremo Oriente, quelle Art Déco, più aggressive, guardavano con interesse alle culture dell’Africa, dell’antico Egitto... Braccialetti, spille dai decisi tagli geometrici e dalla figurazione essenziale venivano firmati da grandi artisti come Raymond Templier (1891-1968), Jean Fouquet (1899-1994), Jean Després (1889-1980), senza dimenticare le grandi case di gioielleria come Boucheròn, Cartier e Van Cleef & Arpels rappresentanti di uno stile più cosmopolita per cui la gemma diventava protagonista.

Rossana Bossaglia nota come gli orafi Déco invece di ingrandire «minute forme naturali rimpiccioliscono forme monumentali alla dimensione del pezzo preziosamente maneggevole»