Le origini della ricerca orafa contemporanea: il gioiello da opera artigiana a opera d’arte - sesta parte

Da quanto detto fino a questo momento, appare chiaro come i movimenti artistici che si susseguono tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, da un lato dichiarino la preminenza del gioiello tra le arti minori e, dall’altro riconoscano un valore artistico all’opera di oreficeria.

È solo con l’avvento degli anni Cinquanta-Sessanta (del Novecento) che il gioiello viene definitivamente «inteso come libera espressione artistica aperta alle personali interpretazioni e sperimentazioni di forme, materiali e tecniche», dando inizio così ad una nuovo campo di ricerca che ha realizzato e realizza ancor oggi straordinari ornamenti. Nei paesi anglosassoni o di lingua tedesca si parla di “gioiello nuovo” (new jewelry, neue schmuck), mentre in Italia si preferisce usare la definizione “gioiello di ricerca o d’artista”.

Sulla scena orafa europea, paesi come la Germania, l’Olanda e l’Inghilterra ben presto si distinguono per il modo spregiudicato e rivoluzionario di intendere l’ornamento; esso diventa infatti oggetto di pura sperimentazione artistica spesso del tutto svincolato dai materiali, dalle tecniche o, ancora, dai significati storicamente attribuiti al mondo dell’oreficeria. L’Italia, invece, almeno per un primo periodo, sviluppa la sua indagine all’interno della tradizione prediligendo ancora, ad esempio, l’impiego di materiali preziosi come l’oro